A causa di un guasto improvviso durante una breve escursione in gommone, una petulante signora dell’alta borghesia si ritrova a dover vivere accanto all’irascibile marinaio che fino al giorno prima si divertiva a tartassare ed umiliare con grande fantasia.
Sapevo da sempre di questo film, soprattutto per l’eccellente interpretazione dei due protagonisti Giancarlo Giannini (Gennarino Carunchio, insuperabile a fare il bestiale marinaio siculo) e Mariangela Melato (impareggiabile nei panni della supersnob Raffaella Pavone Lanzetti).
Ma la pellicola prende subito una piega ben più profonda del semplice martirio del più forte sul più debole forzato dagli eventi, introducendo e sviluppando ampiamente e raffinatamente temi importanti quali la politica, il ruolo sociale, la consuetudine, la volontà, l’onore, l’amore e soprattutto il destino, elemento che in certi momenti sembra quasi in grado di saper massimizzare la sofferenza dei protagonisti architettando deliberatamente le crudelissime situazioni che si intrecceranno nel corso della vicenda.
Un film molto amaro ma anche molto vero, diretto da una Wertmuller che non si fa certo fermare da esigenze di botteghino quando si tratta di far volgere gli eventi al peggio. Ma anche un film decisamente variabile e quindi godibile, capace di ingenerare nello spettatore una gran varietà di emozioni e stati d’animo, siano essi divertimento (intramontabili le prime fasi della ribellione del Carunchio), compassione (per la sofferenza della Lanzetti) o riflessione (per l’eterno dilemma della gestione del potere).
In sostanza, un film certamente da vedere.
voto: 7++