Tra le tante discussioni in cui scialacquo inutilmente preziose ore di vita dibattendo contro topolino, da sempre primeggia l’evergreen “è meglio il cane – è meglio il gatto“. Ebbene, pur dovendo ribadire la mia primaria convinzione che i felini siano fin dai tempi in cui gli egizi si dipingevano di profilo esseri spregevoli, opportunisti, ingrati e sfruttatori (al contrario di altri quadrupedi scondinzolanti), codesto natale 2011 rimarrà per me memorabile causa accettazione nel mio personale olimpo proprio di un gatto ma eroico, altruista e impavido: Gatto Mondadory.
Si dirà: ma è solo un romanzo a fumetti e poi è tutto fantasy. Beh, intanto come giurato sulla quarta firmata da Gabriele Gianni si statuisce giustamente che si tratta di “Uno scioccante romanzo-verità che pone nuovi e sconcertanti interrogativi sul Medioevo“. E il sigillo finale: “E’ davvero bello” e tutti sanno quanto l’autore di siffatto commento sia da sempre puntiglioso e autorevole nell’emettere le sue sentenze.
E poi anche altre recensioni mi confermano la salubrità della mia scelta:
[…] Gatto Mondadory è un fattorino, un gatto normale, che per una serie di infelici coincidenze si ritrova catapultato in un’avventura fantastica che lo costringerà a superare le prove più impensabili e a mettere in gioco sé stesso, in un viaggio meraviglioso che lo porterà in contatto con un’umanità varia e variegata, e che troverà nella sua epica conclusione non solo la redenzione di un mondo malato ma soprattutto una nuova coscienza di sé.
Insomma, non posso che chiudere, nell’attesa di completare la lettura di questo capolavoro rivelato al mondo da quell’infaticabile ricercatore del Dottor Pira, riportando il santo promo già in grado da solo di fornire una buona percezione del caposaldo culturale di fronte a cui ci troviamo:
… oltre ovviamente a consigliare a chiunque volesse cimentarsi da oggi in poi nel confronto gatto-cane a tenere sempre nella giusta considerazione il protagonista della vicenda ;)