La cosa che mi piace di Clint è che prova – e spesso riesce – ad essere una mente indipendente, abile a trattare argomenti non esattamente comuni – o almeno non nella maniera scontata di chi potrebbe cavalcare l’onda del suo passato, vista la venerabile età e quantità di riconoscimenti già raggiunta.
In questo Hereafter prova ad inoltrarsi nel mistico momento del trapasso, cercando di rappresentarlo attraverso le esperienze vissute da alcuni dei protagonisti della pellicola: ecco quindi una francesona scampata allo tsunami, un bambino che ricerca la sua metà gemella e un sensitivo capace di gettare ponti esperienziali con l’aldilà.
Non dico che sia un cattivo film: alcune scene sono molto ben fatte ed evocative, ma nel complesso il prodotto soffre occasionalmente di attacchi di sindrome da film per famiglia ed eccessiva prolissità.
Un buon film, ma non certo ai livelli del capolavoro di cui tutti parlano. Come al solito.
Voto: 7—