Forse quest’anno ho osato troppo, tra cambio di location (sul corridoio d’entrata anzichè sotto i pini) e generazione da zero (usando i semi degli esemplari della scorsa stagione), il raccolto di quest’anno è stato molto al di sotto della (già mediocre) produzione media di esemplari: a tutt’oggi, ottantaquattresimo giorno dalla santa piantazione, ho usufruito di un singolo frutto su cinque totali (quattro morti divorati dagli infami bruchi) per sei piante, tutte molto sviluppate in altezza, intrecci e conseguenti problemi di direzionamento ma ben poco produttive.
Vero è che come sempre mi sono trastullato troppo prima di avviare la produzione (ufficialmente partita il 24 giugno), che una pianta l’ho gambizzata nel pieno della rigogliosità a inizio agosto, che il cannucciato è franato due volte visto l’improbabile assetto (persino peggio dello scorso anno) e che sono attualmente in sviluppo una decina di esemplari, ma confesso che le maggiori soddisfazioni di quest’anno me le ha date un basilico che trasferito in piena luce da senza speranza è diventato fornitore ufficiale de pesto fatto in casa di alto livello.
Insomma, un anno di riassetti e sconvolgimenti anche sotto il profilo agricolo.